Da quando ho corso la mia prima maratona (per la verità qualche mese dopo) ho deciso che mi sarebbe piaciuto correre almeno una maratona all’anno, e così è stato.
Aprile 2022: Milano: 3h32′
Novembre 2023: Firenze 3h17′
Dicembre 2024: Valencia ???

Com è andata la mia maratona?
Mi sono iscritto a Dicembre 2023, quindi un anno prima, ma la preparazione specifica è cominciata circa 3 mesi prima.
Ho corso ripetute medie/lunghe, allenamenti medi e in soglia, lunghissimi fino a 36km e tanti, tanti kilometri di corsa lenta.
Durante questa preparazione l’obiettivo che avevo in testa e che anche secondo l’allenatore era ambizioso ma raggiungibile era di correre in 2h59′ quindi la preparazione è stata tarata su questo obiettivo.
Arriviamo subito al dunque, a due settimane dalla maratona mi faccio venire una bella tendinite al tendine d’achille sinistro, causata da uno sforzo lungo e intenso (3x7000m a ritmo maratona) a 3 giorni dal mio Personal Best della mezza maratona di Crema.
Questo problema mi causa alcuni giorni di stop, una visita dal fisioterapista, compromette in parte l’ultimo lunghissimo da 36km che doveva essere un lungo variato e che invece diventa un lungo lento.
In ogni caso il dolore è sempre sopportabile così decido di correre comunque la maratona.
Arrivo al Sabato della gara che il tendine sembra essere quasi a posto e la Domenica mattina effettivamente il dolore non c’è quasi più.
Per una mia disattenzione però arrivo in griglia a 10 minuti dalla partenza trafelato, nervoso e preoccupato. Cerco di calmarmi e vengo in parte sopraffatto dalle emozioni, letteralmente un mare di persone intorno a me condividono sogni e obiettivi. È troppo bello. Inoltre con mia grande sorpresa il mio allenatore Simone Luciani (@escoacorrere) decide di farmi da Pacer per la gara (almeno fin dove riesce visto che non è in forma per correre tutta la maratona) e questo mi da una carica pazzesca.
Si parte! Simone mi dice che “i primi 20 kilometri non dovrei nemmeno accorgermi di correrli, poi inizia il bello“, io sono un po’ perplesso perchè va bene tutto ma 20 kilometri a 4’15″/km mi sembrano comunque un bello sforzo, eppure…
Magia! Il Tapering ha fatto il suo lavoro ed effettivamente corro col sorriso godendomi il tifo e il percorso per i primi 20 kilometri, sono incredulo. Non dovrei esserlo visti tutti gli sforzi che ho fatto in questi mesi.

La corsa prosegue e io non posso fare a meno di sorridere e di ripetere anche ad alta voce “è una festa, è bellissimo”.

Al kilometro 26 Simone mi saluta e rallenta, mi raccomanda di tenere il passo fino al trentesimo e poi, se ne ho, di provare ad allungare.
Tutto il contrario.
Fino al 30/32esimo kilometro tengo il passo, poi inizia ad arrivare la fatica vera, e capisco che dovrò soffrire per gli ultimi 10 kilometri, giù la testa.
Arriva il 35esimo kilometro, il momento del “gel con la caffeina”, tenuto come Jolly per avere un Boost di energie sul finale. Pasticcio con le tasche della fascia che avevo in vita e non riesco a prenderlo, ne prendo uno più piccolo (anziché da 40gr di carbs da 20) ma mi dico che va bene così, inizio ad essere poco lucido e continuare a cercare in quel maledetto marsupio mi fa distrarre, mi rallenta e mi stanca. Meglio lasciar stare e pensare a correre.
Sempre intorno a quel punto vengo raggiunto dal pacer delle 3h che lento ed inesorabile mi supera, prima lui e poi tutto il suo gruppetto. Io mi sforzo di pensare a tutti i sacrifici fatti, alle persone che tifano per me, alla mia famiglia e mi ripeto che questi ultimi kilometri sono anche per loro.
Così, anche se non ne avevo più e il pensiero di ritirarmi si faceva sempre più ingombrante, anche sostenuto dal crescente numero di podisti che vedevo fermi al bordo della strada, decido di continuare. “Metti un piede davanti all’altro e non pensare per i prossimi 15/20 minuti” mi ripeto e, piano piano, il 40esimo kilometro arriva.
Ne mancano ancora due, crollo, il passo rallenta e mi ritrovo a correre oltre i 4’20″/25″ al kilometro. Ormai il sogno del SUB3h è svanito ma io devo finirla, tengo duro finchè vedo il tappeto blu dell’arrivo.

Gli ultimi metri sono un misto di gioia incontenibile e leggera delusione per non aver raggiunto l’obiettivo prefissato ma quando taglio il traguardo la gioia esonda, sono troppo contento. Ho appena corso la maratona più bella della mia breve esperienza da podista, l’ho corsa bene e ho quasi seguito il piano alla lettera. Dopotutto il cronometro si ferma sulle 3h 0′ e 34″, mi ripeto che sono solo 35″ e che non vale la pena essere arrabbiati, se avessi corso in 2h59′ sarei stato un podista migliore? Non credo, ho ancora tanti anni davanti per correre e ormai ho maturato la consapevolezza che le 3h sono un obiettivo raggiungibile e anche a breve per cui penso a godermi la festa.
Raggiungo camminando(zoppicando) il primo “gate” dove un gruppo di volontari è stato posizionato solo ed esclusivamente per farci un applauso, una cosa forse frivola ma che mi riempie d’orgoglio. “Quello che ho fatto e COME l’ho fatto non è cosa da poco, bravo Guido!” è il pensiero che ho in testa dalle 11:30 di Domenica e questa sensazione è stupenda.
